domenica 3 febbraio 2013

Intervista su La Nuova Ferrara

Come annunciato precedentemente su questo Blog, l'idea di far "presidiare" le zone più frequentate dai pusher in bicicletta dalla Polizia Municipale, avrebbe dovuto essere sviluppata ben oltre il laconico "abbiamo preso nota" ricevuto durante l'ultima riunione al grattacielo del 22 Gennaio, quando la proposi direttamente ai rappresentanti della PM.
Sabato 26 La Nuova Ferrara aveva ospitato una seconda richiesta di risposta, pubblicata sotto forma di lettera al Direttore.
Oggi, Domenica 3 Febbraio 2013, grazie all'interesse mostrato dalla redazione de La Nuova Ferrara, è stata pubblicata una specie di intervista nella quale mi è stato concesso di publicizzare il progetto del Blog e di rivolgere nuovamente la richiesta alle Istituzioni.

Potete leggere la notizia anche sulla versione on-line del quotidiano qui.
Riporto l'integralità dell'articolo, nella speranza di poter riportare fra qualche tempo, la risposta della Polizia Municipale stessa. Magari positiva.




«Multe ai pusher che sgarrano in bici»

Un cittadino ha aperto un blog rivolto agli abitanti della zona dello stadio: «Fermiamoli almeno per le infrazioni stradali»

Arrivano in bicicletta a fanali spenti, spesso contromano, e non disdegnano inversioni a U e raid sui marciapiedi. Tra i loro clienti invece c’è chi preferisce attendere in auto, servendosi all’occorrenza dei posti riservati ai disabili se non trovano altri parcheggi liberi. Lo spaccio al minuto di eroina e cocaina è anche una faccenda da codice della strada. A farlo notare è Lorenzo Marcucci, uno dei residenti della zona dello stadio, dove da tempo operano gruppetti di pusher “ereditati” dalla vicina area del Grattacielo. In Corso Piave, IV Novembre, via Ortigara e annessi giardini assistere a compravendite per la strada è tutt’altro che raro. Un fenomeno palese e insieme fuggevole: scambi velocissimi, con sè solo la dose minima da vendere per ridurre il danno in caso di controlli, e poi via a tutta velocità in bicicletta. «Ci rendiamo conto che le forze dell’ordine fanno il possibile, ma il fenomeno resiste e non si può ignorare», afferma Marcucci. Da qui l’idea di trovare altre soluzioni, chiamando in causa la polizia municipale: «Perché non impiegare un paio di agenti per sanzionare le numerosissime infrazioni al codice della strada? Potrebbe rappresentare un efficace deterrente e contribuire a disperdere la presenza di spacciatori e clienti. E’ un invito rivolto alle istituzioni e dalle quali attendiamo risposta». Sì, perché Martucci (Marcucci, ndr) non vuole restare una voce isolata. Dopo l’ultima riunione dei residenti della zona della stazione, alla sala polivalente del Grattacielo, ha deciso di aprire un blog «per andare oltre le proteste, le lamentele e anche le proposte nazionali, e concentrarci sulle iniziative concrete che si possono intraprendere a livello locale». A dicembre è stato aperto così ferrarazonastadio.blogspot.com con l’obiettivo di raccogliere tutte le informazioni sul problema, ma anche suggerimenti e idee per affrontarlo, dialogando con le istituzioni. Il sito finora ha registrato una media di una decina di visitatori al giorno. «Ho pensato che sarebbe utile se le persone esasperate si unissero per fare qualcosa. Penso all’esempio del Grattacielo, un modello di “resistenza civile” che si potrebbe esportare in altre zone della città.
Dopo l’ultima operazione di polizia, che grazie alle telecamere nascoste ha portato ad arrestare quattro nigeriani che spacciavano a minorenni «il fenomeno si è attenuato nelle ore mattutine, ma dalle 17 in poi, soprattutto il mercoledì, il venerdì e il sabato ci sono gruppetti di spacciatori nigeriani che stazionano in un tratto di venti metri, proprio di fronte all’edicola vicino a via Ortigara. Tutti sanno dove trovarli, niente di più facile anche per un ragazzino procurarsi una dose. Ogni sera alle 23 porto a spasso il cane, e ho avuto modo di assistere a diverse scene assurde. Non sono persone aggressive, finché li lasci perdere, ma una volta che ho provato ad apostrofare un pusher sono stato preso a male parole. E comunque non mi sta bene quello che avviene sotto gli occhi di tutti». Una volta, racconta, «ho visto il furgoncino di una ditta accostare e accendere le quattro frecce. Ne sono usciti due uomini, già alterati, hanno fatto una telefonata ed è arrivato uno spacciatore in bicicletta. I due clienti non si erano accorti di me, o meglio sembravano così interessati a comprarsi una dose che non badavano alla mia presenza. Il più imbarazzato era proprio lo spacciatore, che cercava invano di convincerli ad andare in un luogo più appartato».(a.m.)

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