mercoledì 18 novembre 2015

Esposizione mediatica vs. silenzio dissenso - Lo strano caso del palaspecchi

Questa sera nella sala alla base del grattacielo, organizzata dal movimento 5 stelle, vi sará un dibattito sullo stato attuale del palazzo degli specchi, con immagini e video forniti per lo piú da un attivista della lega, a quanto ho compreso, che da tempo sta portando avanti una battaglia contro il degrado della zona.
Trovo il caso del palaspecchi tanto strano quanto interessante per la nostra lotta perché ci fornisce la possibilitá di testare direttamente due diversi approcci alla protesta “dal basso”, l’esposizione mediatica contro, fatemelo chiamare cosí, il silenzio dissenso. Lo chiamo cosí perché trovo estremamente facile per l’amministrazione farlo passare per silenzio assenso, sfanfarando sui giornali frasi come “ce lo dicono gli stessi residenti” o “alla GAD con i residenti si sta collaborando”.
Che il secondo approccio sia preferito dall’amministrazione era evidente dalle parole del sindaco a uno dei primissimi incontri con la cittadinanza sul problema (primissimi da quando ci sono io, certo, in realtá sono decenni che ne fanno senza concludere una beneamata pippa). Le parole, riprese nel blog di Barbieri  (link) erano “Se continuiamo tutti i giorni a dire che quella è una zona nella quale non si vive, un commerciante, che mettiamo io o mettiamo lei, che decide di aprire un negozio di frutta e verdura…non vado ad aprirlo lì, lo vado ad aprire a Malborghetto o lo vado ad aprire in Via Arianuova perché non saranno i mille euro (i fondi extra per via della zona “disagiata” NdB) a fare la differenza… Una riflessione anche sulla politica di comunicazione, che non vuol dire non dirci le cose come stanno, ma vuol dire utilizzare degli strumenti appropriati. Perché la politica di comunicazione che dice tutti i giorni sui giornali “quella roba lì è una roba invivibile”, anche se è vero, non è una cosa che ci aiuta a portare dentro delle cose migliori”. 
Come a dire: che se riusciamo a fregare un numero sufficiente di persone ignare, come lo ero io in fase di acquisto della casa, le cose potrebbero migliorare.




Ma torniamo al palazzo degli specchi. Il “piccolo” é cresciuto con me. Lo hanno costruito proprio davanti alle mie finestre mentre sudavo sui libri universitari, e ancora ricordo con affetto i mesi passati a sentire il colpo ritmico di metallo sui piloni portanti per piantarli nel terreno. Ah che ricordi… Ad ogni modo tutti sappiamo cosa successe dopo. E come per anni si sia parlato di fare qualcosa senza peraltro mai combinare niente. Non vi ricorda qualcosa? Parole al vento, come la creazione di una societá ad hoc per riqualificarlo, la temutissima STU(@zzo) o simili, che dal 2007 si cimenta nell’impresa. 8 anni di nulla. Nulla fino a diversi mesi fa quando, udite udite, spunta un progettino di 60 milioni per la riqualifica (e per inciso lo spostamento della Municipale in quei locali, con buona pace delle palle preelettorali). La cosa, o almeno la sua accelerazione, ha coinciso con l’interesse della Lega sulla questione (link). Interesse sicuramente politico, di parte, e con evidenti scopi di aumentare il consenso. Ma a noi questo poco importa. Importa la metodologia. Metodologia sicuramente lontana dal silenzio dissenso.
Prima su tutte l’interessamento delle televisioni nazionali, mediaset in particolare, che con programmi di dubbia qualitá ha sicuramente avuto l’effetto di far indispettire il nostro sindaco che con parole forti ha chiesto di spegnere i riflettori (link). Cosa non fatta, almeno a livello nazionale,. A livello locale invece sí, visto che nella piccola Ferrara la strana gestione dell’importanza delle notizie ha fatto passare sotto silenzio che anche lo scorso Giovedí la trasmissione Mattino 5 ha mandato un’inviata all’interno del palaspecchi per mostrarne le criticitá. Nessun giornale locale mi pare ne abbia dato notizia. Potete vedere il servizio dal minuto 25 di questo (link).
Ricorderete sicuramente le conseguenze che ebbe la partecipazione del presidente dell’Associazione Residenti GAD alla trasmissione di Del Debbio sulla GAD. Pur avendo ribadito e ripetuto l’estraneitá dell’associazione con ogni movimento politico, sindaco e giunta spesso sono tornati sul tema accusandoli di faziositá, di chiara militanza e quindi di nulla credibilitá. Tutto questo su basi evidentemente nulle, scuse puerili, ma poco importa per il metodo dittatoriale che vige in cittá. O sei con me, o non conti un cazzo. E non ti assumo neanche in nessuna associazione o cooperativa, tié!
Il segnale era piuttosto forte anche per gli altri cittadini, casomai qualcuno avesse l’idea di riprovarci.
Ma torniamo a noi.
Questa continua esposizione mediatica é solo una fanfara politica o servirá veramente a qualcosa? Teniamo d’occhio i movimenti e le conseguenze, poi trarremo le debite conclusioni su come sia meglio rappportarsi con il metodo dell’amministrazione. Che ne dite?

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